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Un’idea alternativa che sta riscuotendo grande successo tra la clientela sono proprio i terrari. Questo mese vi presentiamo “I giardini di Giulia” di Pagano Piante
Si chiamano “I giardini di Giulia” e sono, come il nome suggerisce, dei piccoli giardini da interni, custoditi in ampolle di vetro. I terrari sono ufficialmente entrati nella lista dei prodotti preferiti dei pollici verdi, perché amplificano maggiormente l’idea di prendersi cura di una pianta, dal momento che racchiudono in miniatura un ecosistema perfettamente bilanciato, in cui convivono in armonia terriccio, inerti, piccoli sassi, muschio, debitamente sigillati da un tappo di sughero.
Un elemento di design e arredo da interni che sta conquistando sempre più consensi.
Piante da terrarium?
Piante che non abbiano una crescita eccessiva, come la Fittonia, dalle foglie finemente reticolate in verde o in bruno rossastro, o la coloratissima Hypoestes. Ma anche alcune felci, come le Nephrolepis di taglia più piccola o l’Asplenium nidus, l’Asparagus plumosus, dall’aspetto vaporoso, palmette di taglia bassa, come le Chamadorea o bromelie dalle foglie variamente colorate come i Cryptanthus. Si può optare anche per varietà più difficili da coltivare in appartamento come la pianta del Caffè, Coffea arabica, che trova il suo microclima ideale in un ambiente protetto e con condizioni costanti, senza sbalzi di temperatura e umidità o correnti d’aria.
Curiosità
→ Tutti i terrari si possono far risalire alla geniale intuizione di un medico londinese, Nathaniel Ward, intorno al 1830 che cercò di allevare all’interno di una bottiglia delle larve di falena e osservò che al suo interno si sviluppavano anche delle piante, tra cui alcune piccole felci, che riuscivano a crescere sfruttando l’acqua che derivava del ciclo di evaporazione e condensazione all’interno della bottiglia. Il medico fabbricò delle grandi casse (casse di Ward, in inglese Wardian Cases) con cui spedì via mare delle piante da Londra a Sidney, ricevendo in cambio altre piante provenienti dall’Oceania. Un viaggio di circa otto mesi per tratta, con temperature sul ponte della nave da -7 a + 45 °C. Se prima il rapporto tra le piante spedite e quelle che sopravvivevano era di 20 a 1, grazie alle casse di Ward 19 piante su 20 arrivavano a destinazione in condizioni perfette. Il primo esempio di terrarium!
Paganopiante
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