∎ BIOGRAFIA
“Vi racconto una storia”
Studio, osservazione e viaggi per il mondo. Marilù, dal 2007 proprietaria del suo flower shop a Bergamo, ci porta alla scoperta del suo modo di concepire e creare arte floreale, per la quale la formazione è stata fondamentale
colloquio con Marilù Zambaiti di Alice Nicole Ginosa
“Ho aperto il mio negozio da pochi anni, dal 2007 per la precisione. Il mio settore professionale di provenienza è quello del tessile. Eppure la passione per i fiori è sempre stata parte di me e ho cercato di tenermi aggiornata, anche grazie al mio precedente lavoro che mi ha permesso di girare il mondo”. L’intervista con Marilù – Storie di fiori inizia proprio da qui, dall’apertura del suo negozio nella città di Bergamo, il principio di un viaggio nel mondo del flower design ma anche la realizzazione di una passione per fiori e piante che l’ha spinta a non rimanere mai ferma e apprendere, apprendere e apprendere. “Ho aperto il mio negozio a Bergamo ma per poterlo fare mi sono preparata nel corso degli anni sia in botanica, sia nella conoscenza dei fiori e tecniche. Non è stata una decisione repentina e improvvisata. Al contrario, c’è stata la costante necessità di formarsi”, precisa ancor prima di iniziare la nostra chiacchierata.”
∎ Cosa vuol dire essere una flower designer, nel concreto?
≪Vuol diresaper interpretare i fiori, i rami e realizzare un lavoro di ricerca e di manipolazione, cercando ovviamente di combinare il tutto con l’aspetto commerciale. L’esperienza che ho accumulato negli anni nell’ambito tessile, lavorando con i principali nomi del lusso mondiale e collaborando con diversi uffici stile – io sono visual designer -, ho cercato di trasportarla anche qui. Un esempio? Inserire il mondo del colore in questa nuova esperienza≫.
∎ Ci sono punti di contatto tra tessile e fiori?
≪Nelle scuole che ho frequentato ho ritrovato alcuni elementi che appartengono anche al mondo visual: la ruota dei colori e l’armocromia, per esempio. E tutto questo bagaglio cerco di applicarlo anche in negozio quando imposto la vetrina: punto sempre a creare una scenografia, di allestire secondo stagione e colore e mandare un messaggio al cliente≫.
∎ Parliamo dei servizi del tuo flower shop
≪Il mio negozio si trova nel centro storico di Bergamo e cerco di rimanere fioraia e flower designer, senza trattare altri articoli, a parte piante, contenitori e vasi. Non voglio fare altro, ho già vissuto il mondo del tessile e voglio dedicarmi unicamente a questo. Sto sviluppando, inoltre, l’area dei matrimoni e allestimenti. Il cliente da me può trovare, oltre alla pianta e al vaso, anche la consulenza di giardini e terrazzi≫.
∎ Come vi differenziate dal normale negozio di piante e fiori?
≪In negozio abbiamo attivato un servizio in abbonamento per avere fiori freschi a casa propria. Abbiamo studiato un abbonamento in cui il cliente sa che il venerdì, ogni due settimane, si avrà un mazzo di fiori, composto in base alla disponibilità. Un servizio speciale che si basa sulla fiducia tra noi e loro. Inoltre proponiamo e organizziamo workshop per imparare a creare dalle ghirlande ai centrotavola, dalla zucca di fiori ai kokedama, terrarium e molto altro. Brevi laboratori in cui si vive una serata lontana dalla quotidianità e in cui imparare una tecnica floreale che potrai replicare a casa ancora e ancora≫.
∎ Uno dei motivi per cui ti abbiamo scoperta è stato il tuo profilo Instagram. Quanto sono importanti i social nel tuo lavoro?
≪I giovani che arrivano in negozio, mostrano sempre immagini di Pinterest per spiegarmi nel concreto cosa cercano. Credo però che in qualità di professionisti dobbiamo andare oltre perché il mio lavoro non consiste nel copiare le foto di un social, ma proporre un progetto coerente con le richieste. Oggi il mondo del fiore non è facile, per mille motivi, tra cui il fatto che è un prodotto effimero e di lusso. Dobbiamo cercare di far percepire il suo acquisto come un’esigenza ma anche un’abitudine. A Londra per esempio è abitudine uscire dal negozio, dopo aver fatto la spesa, con un mazzo di fiori perché è parte della cultura≫.
∎ Come ricerchi stimoli e ispirazioni?
≪Quando ho cominciato a muovere i primi passi nel settore, mi sono guardata in giro e ho sfruttato le conoscenze di chi aveva esperienza, cercando di crearmi contatti. Mi muovo molto, vado dai fornitori, vado in vivaio, perché, per esperienza, so che se la pianta la cerco io, lo faccio con un occhio diverso da quello del fornitore: voglio qualità, durata e bellezza. Un creativo che non va in giro è un “problema” per la sua stessa professione perché solo così è in grado di assimilare cultura con gli occhi≫.
∎ Una definizione del tuo stile creativo
≪In primis, eclettica perché per me l’importante è comprendere l’esigenza del cliente. Sono anche boho-chic, colorata e attenta alle novità. Rinnovarsi è faticoso, devo dire, ma possiedo lo stimolo interno a continuare a scoprire. Il mio stile è anche fluido perché interpreta il nuovo e le tecniche che sorgono di mese in mese per leggere il fiore. Mi piace anche lavorare con i colori e con le stagioni≫.
∎ Ci racconti tre tendenze fiori che hai notato negli ultimi tempi?
≪Sicuramentel’uso delle graminacee, ovvero pampas, che se interpretate nel modo corretto sono interessanti. Un’altra che sto proponendo è il mix tra fiore naturale ed essiccato, anche se costosa. Infine, ho notato che la gipsofila, o velo di sposa, è normalmente usata come complemento mentre ritengo che dovrebbe avere un ruolo da protagonista≫.
∎ Alcuni profili e personaggi da cui trai ispirazione?
≪Devo dire che ho sempre avuto dei grandi maestri tra cui Tomas De Bruyne e Frédéric Dupré. Ho frequentato anche un corso con Max Van der Sluis e stimo Vincenzo Antonuccio, il mio maestro. Qualche settimana fa ho avuto anche il piacere di fare un corso con Marina Bulatova e un altro nome che mi viene in mente da citare è sicuramente quello di Ercole Moroni. Quando vedo lavorare questi personaggi penso sempre che ho davanti degli artisti, anche perché mentre lavorano spiegano dieci tecniche alla volta. Quando torno in negozio, ogni volta, sono certa che sto portando qualcosa di nuovo≫.≫.
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